lunedì 26 agosto 2013

The Heap - nota critica

THE HEAP - 1

L’accumulo psicologico, la disposofobia, la sindrome di Messie. L’accumulo filosofico (la biblioteca di Alessandria), l’aggiungere occidentale, il togliere orientale. L’accumulo politico, più cariche alla stessa persona. L’accumulo storico, la concentrazione delle risorse, quello delle persone nei centri abitati. L’accumulo scientifico, la nuvola –cumulo, la massa che attrae altra massa. L’accumulo sociale, l’insicurezza e il bisogno di accumulo grazie ai quali pochi si sono arricchiti alle spalle di molti. L’accumulo artistico, quello dei collezionisti; nelle arti visive, la scelta tecnica di alcuni artisti; nella letteratura, il romanzo più lungo secondo il Guinness dei Primati, Alla ricerca del tempo perduto, 9.609.000 caratteri; nella musica, la produzione bachiana, quella mozartiana. L’accumulo economico, le teorie del risparmio, Paperon de’ Paperoni, il consumismo. L’accumulo giuridico, cause e procedimenti penali interconnessi. L’accumulo naturale, le formiche nei formicai, le ghiande nelle tane degli scoiattoli.

L’ordine psicologico, il rituale maniacale del disturbo ossessivo compulsivo. L’ordine filosofico, i modelli e le teorie per spiegare il mondo, l’uomo. L’ordine politico, l’architettura dei regimi totalitari. L’ordine storico, le teorie cosmologiche, la suddivisione in capitoli dei libri di storia. L’ordine scientifico, lo studio del caos, la ricerca della teoria unificatrice, la spiegazione del tutto. L’ordine sociale, la percezione di che cosa è esteticamente e eticamente ordinato e che cosa no. L’ordine artistico, quello dei cataloghi d’arte e delle gallerie; nelle arti visive, la simmetria, il punto di fuga, la prospettiva; nella letteratura, gli haiku, le parole palindrome; nella musica, il metronomo. L’ordine economico, le funzioni, la retta e l’ascisse. L’ordine giuridico, l’ordine pubblico, l’ordinanza di sgombero. L’ordine naturale, le celle delle api, i nidi delle rondini.

THE HEAP - 2

L’opera è composta da singoli taxini. Taxino è un termine modellato su taxis, dal greco: ordine, in battaglia. Un altro modo per dire ordine, in greco, è cosmos: ordine universale, cosmico; buon governo, armonia. La taxis, invece, è una disposizione tattica, e prevede non un’armonia ma uno scontro, con un’altra taxis. Qual’è lo scontro per il quale i singoli taxini sono stati disposti: uno scontro con la memoria che ho di molti di questi oggetti, memoria di persone, di episodi uno scontro con la tensione naturale che spinge a disporli secondo un senso, una narrazione scontro tra taxini che vuole invece risolversi in un accumulo che trasfigura il senso di ogni singolo taxino, lasciando nel non conosciuto la storia che porta con sè;  un accumulo che mette in luce come protagonista l’essere accostato e incollato. Ho conservato ciascuno di questi singoli taxini come forma di attaccamento ad una storia in continuo divenire,  come programmazione inconscia di una società che mi vuole consum-attore. Con questa opera i singoli taxini perdono la loro singolare sacralità concentrandosi tutti in un solo luogo, e non esposti nella casa-corpo inorganico;  per non “essere” il problema dell’accumulo ma “rappresentare” il problema dell’accumulo. L’attività di accumulo passa dunque da ordinaria, e inconsapevole, a straordinaria, simbolica e artistica. L’opera sottrae i taxini al loro essere protagonisti ciascuno per se stesso, e li pone ad essere protagonisti insieme per un fine. Il materiale: sono stati scelti i taxini, e un collante. La tecnica: è stata scelta quella dell’accumulo. Il significato dell’opera: è trattato in queste pagine critiche, ed è rappresentato dall’opera stessa. Il significato personale per l’artista: camminare sulla sottile linea di confine tra il gesto liberatorio, e l’esaltazione di una problematica. Come in ogni opera, una percentuale del risultato estetico e simbolico dell’opera stessa è prodotto in parte dall’impossibilità di prevedere come interagiranno tutti gli addendi, dunque da una incapacità di previsione è prodotto in parte dal caso, da effetti di composizione incontrollati ed imprevisti. In virtù di questi fatti, l’opera esprime un mondo reale, un mondo desiderato, e altri mondi possibili e non previsti. Taxis, per estensione, significa anche “determinazione di tributo, imposta”. Il prezzo da pagare per la realizzazione dell’opera è stata la rinuncia alla proprietà materiale dei singoli taxini, la rinuncia alla proprietà dei ricordi che ogni singolo taxino evocava. Al pubblico è stata data la possibilità di interagire a distanza con l’opera, tramite i dispositivi mobili. Questa possibilità permette anche alla voce (al suono), così come all’immagine, di entrare a far parte del cumulo.

THE HEAP - 3 Ogni cosa è un cumulo, di singoli elementi interconnessi, di proprietà della materia e di forze fisiche che interagiscono; lo sguardo umano ordina questo cumulo, lo cristallizza in una forma, gli riconosce o meno un senso. L’essere umano cerca di portare ordine nel cumulo di materia esistente, per la sua sopravvivenza, per i suoi scopi organizzando la materia in cumuli dotati di senso.  Ciascuno di noi è un cumulo di taxini visibili affinata attraverso secoli di evoluzione,  modificata dalle circostanze ambientali e dai comportamenti personali; e ciascuno di noi è un cumulo di taxini invisibili quali pensieri, desideri, inconscio, memoria muscolare, comportamenti appresi.

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