lunedì 5 agosto 2013

Ricorrenze


Durante l’anno ci sono alcune ricorrenze. Il natale, il capodanno, pasqua, ferragosto. Queste ricorrenze ri- corrono. Tornano, periodicamente. Sono una specie di scadenza che ci pone di fronte al tempo. Quando è una di queste ricorrenze, non puoi fare a meno di pensare alla stessa ricorrenza, ma un anno prima. La ricorrenza è uguale, tu sei cambiato. Chi eri, che cosa facevi, dov’eri, con chi eri. Se i giorni tendono a confondersi l’uno con l’altro, se l’avvicendarsi delle stagioni è molto lento per cui ci si abitua, la ricorrenza arriva con il suo carico di tappa, momento di separazione, eterno ritorno sempre uguale, e tu invece sei cambiato. Questo può diventare penoso, certe volte. Altre volte, ma forse capita meno, ci si accorge che si sono superate delle difficoltà, e allora è un bel momento. Ma normalmente, e vorrei spiegare a me il perchè, queste feste hanno un che di nostalgico. Forse perchè rimandano ad un tempo in cui per noi il tempo non passava. Certo, arrivavano diversi natali. Ma, essendo bambini, ci sembrava solo una conferma che il tempo era eterno, ci dava sicurezza. Nulla sarebbe mai cambiato. Crescendo, e facendo esperienza del dolore, il natale salva meno.





1 commento:

  1. Ma quali ricorrenze ricorrono davvero, alla fine? Solo quelle che ci interessano egoisticamente (molta gente, per esempio, non festeggia nemmeno più il Natale perché è rimasta sola). Si ricorda nostalgicamente solo ciò che ci fa piacere ricordare, di ricorrenza in ricorrenza. Almeno, per una buona maggioranza di persone funziona sicuramente così; poi ci sono naturalmente le eccezioni. Penso che dovresti ripensare l'intero post e chiederti piuttosto, alla fine, di quale maggioranza fai parte.

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