martedì 27 agosto 2013

Il vocabolario è il luogo in cui


Il vocabolario è il luogo in cui le persone si incontrano, a metà tra due (o più) modi diversi di vedere una cosa. Possiamo essere d’accordo su che cosa sia un “tavolo”. Anche se la stessa parola accenderà in ciascuna mente immagini molto diverse. La parola “tavolo” diventa il confine, la dogana, di due paesi diversi. Ad inoltrarsi in ciascuno di essi, si incontreranno ricordi, immagini, simboli, forse continuando a camminare verso l’ipotetico centro di quello che per ciascuno dei due dialoganti è un “tavolo” forse si scopriranno cose che nemmeno loro sanno di sapere, di ricordare. Ritorniamo all’esterno di questo paese che è una parola per noi: sul confine, il mio “tavolo” e il tuo “tavolo” più o meno coincidono, e dunque se ti dico di avvicinarti al “tavolo”, tu lo capisci, e se lo desideri puoi farlo. Non sono sicuro di tutto quello che la parola “tavolo” accenderà nella mente dell’altro quando la pronuncerò. Mi serve per un obbiettivo immediato, quello di indicarlo, di farlo risaltare in mezzo a tutto il resto della realtà, così che anche l’altro possa vederlo, capire che sto parlando proprio di quello. Ma l’uso pratico prescinde dalle infinite connessioni di ricordi e sensazioni del linguaggio. Come navi sulla superficie.



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